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Categories: CronacaNews

Truffa falsi posti di lavoro: tante promesse e uno pseudo corso

Continuano le indagini sulla truffa perpetrata ai danni dei disoccupati partenopei, e, grazie al lavoro degli inquirenti, emergono scenari chiari ed inequivocabili che inchioderebbero i malviventi a responsabilità pesanti. I disoccupati  truffati sono circa una quarantina, numero destinato a salire grazie alle millimetriche indagini degli inquirenti, che cercano di  rompere il muro d’ omertà e di silenzio che cinge la vicenda.

Le vittime del raggiro di questa assurda truffa sono quaranta disoccupati non tutti giovanissimi, in cerca di lavoro e con un sogno nel cassetto:  stabilità e stipendio fisso.

Sogno pagato a caro prezzo: dai dieci ai trentamila euro, prezzo variabile a seconda della mansione richiesta. Soldi versati in due o piu’ rate, per un corso risultato poi inesistente, al termine del quale il candidato avrebbe ricevuto un attestato e con esso la possibilità di lavorare all’ interno della struttura ospedaliera Policlinico. Il truffato, oltre a precise indicazioni sulla data e l’ora del primo giorno di lavoro, riceveva in dotazione, dai malviventi, una divisa composta da: casacca, pantaloni e scarpe antinfortunio.

L’indagine, partì da un esposto presentato la scorsa estate alla Procura dalla Direzione Generale del Policlinico, quando, scoperti i primi raggiri, alcuni neoassunti decisero di fornire agli inquirenti i particolari della vicenda.

Oltre un milione di euro sottratti ad ignari disoccupati sperazosi, reato che aprirà le porte del carcere a chi agganciava gli aspiranti portantini, a chi fungeva da gancio all’interno della struttura ospedaliera, o a chi rilasciava false lettere d’ assunzione e falsi attestati di frequenza di un corso di formazione inesistente.

Dario Aloja

Nato a Napoli, nel 1982, nel quartiere "Arenella", a metà strada tra il centro storico e la moderna zona collinare, Dario Aloja vive, da subito, le forti contraddizioni di una città divisa tra le nostalgie di un passato di capitale europea e un presente di metropoli labirintica, che ingoia sogni e speranze delle nuove generazioni. Come tanti giovani del terzo millennio, Dario avverte l'abisso che divide l'odierno modello capitalistico, che mondializza i totem tecnologici di una società alienante e disumanizzante, e le ragioni del cuore, il bisogno di gridare al mondo le esperienze del proprio vissuto, le emozioni dell'incontro con "l'altra metà del cielo". E questo magma incandescente di pulsioni, stati d'animo, sentimenti, affiora in superficie, diventa sfogo lirico, si fa "Pelle Libera".

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