Continuano le indagini sulla truffa perpetrata ai danni dei disoccupati partenopei, e, grazie al lavoro degli inquirenti, emergono scenari chiari ed inequivocabili che inchioderebbero i malviventi a responsabilità pesanti. I disoccupati truffati sono circa una quarantina, numero destinato a salire grazie alle millimetriche indagini degli inquirenti, che cercano di rompere il muro d’ omertà e di silenzio che cinge la vicenda.
Le vittime del raggiro di questa assurda truffa sono quaranta disoccupati non tutti giovanissimi, in cerca di lavoro e con un sogno nel cassetto: stabilità e stipendio fisso.
Sogno pagato a caro prezzo: dai dieci ai trentamila euro, prezzo variabile a seconda della mansione richiesta. Soldi versati in due o piu’ rate, per un corso risultato poi inesistente, al termine del quale il candidato avrebbe ricevuto un attestato e con esso la possibilità di lavorare all’ interno della struttura ospedaliera Policlinico. Il truffato, oltre a precise indicazioni sulla data e l’ora del primo giorno di lavoro, riceveva in dotazione, dai malviventi, una divisa composta da: casacca, pantaloni e scarpe antinfortunio.
L’indagine, partì da un esposto presentato la scorsa estate alla Procura dalla Direzione Generale del Policlinico, quando, scoperti i primi raggiri, alcuni neoassunti decisero di fornire agli inquirenti i particolari della vicenda.
Oltre un milione di euro sottratti ad ignari disoccupati sperazosi, reato che aprirà le porte del carcere a chi agganciava gli aspiranti portantini, a chi fungeva da gancio all’interno della struttura ospedaliera, o a chi rilasciava false lettere d’ assunzione e falsi attestati di frequenza di un corso di formazione inesistente.