Un vero e proprio business della demolizione edilizia è stato scoperto dalla procura di Napoli: sotto indagine otto vigili urbani, un avvocato e due tecnici comunali. Gli indagati si sarebbero mossi agendo in maniera “scientifica“, con un sistema collaudato da tempo. Nel momento dell’apposizione dei sigilli o del decreto d’abbattimento per abusivismo, il vigile si mostrava inflessibile, ma dopo aver redatto il verbale, consigliava al sanzionato di rivolgersi ad “un avvocato” che avrebbe potuto sbloccare la situazione.
L’organizzazione criminale agiva soprattutto in zone come Pianura, Soccavo e Chiaiano, cercando di fare soldi anche con il ripristino delle regole. Le loro mosse erano studiate, scientifiche e capillari, racconta il generale Luigi Sementa: l’ inchiesta parte dall’ ipotesi di associazione a delinquere e prestiti a usura, per finire con tentativi di insabbiamento di decreti di demolizione.
La banda agiva così: Dopo aver proposto al sanzionato la consulenza di un legale, il venti percento dell’onorario finiva nelle tasche dei vigili, che dovevano inoltre “dimenticare” per qualche mese gli edifici da demolire, dando la sensazione al malcapitato di essere riuscito a farla franca. L’ indagine, oltre ai vigili urbani ed il legale, tocca anche alcuni tecnici comunali, probabilmente coinvolti in un giro di usura messo in piedi a danno di malcapitate famiglie abusive.
L’ inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Aldo De Chiara, nonostante i recenti episodi di minacce e intimidazioni, ha portato alla luce uno scenario crudele: Oggi un utente che risulta essere abusivo, in assenza di condono, deve abbattere l’edificio a spese proprie. Molte famiglie non possiedono né le somme necessarie per l’abbattimento dell’immobile, né i soldi necessari a pagare le spese di un eventuale causa legale. Sempre piu’ spesso, decine e decine di famiglie finiscono nelle mani di usurai senza scrupoli, criminali capaci di speculare fortemente sul buisness del cemento.