Tacco di Lavezzi e Cavani show fanno volare il Napoli

Il Napoli non ha paura di sfondare , e lo ha dimostrato ieri, nella partita contro il Bari. El Pocho Lavezzi, in coda al primo tempo, timbra la sfida tra Bari e Napoli del San Nicola, e firma sul finire della ripresa, con l’assist per il raddoppio di Cavani. Per Lavezzi è il quinto stagionale, e, con il primo gol del 2011, segna una vittoria memorabile per il Napoli che ora è al secondo posto da solo. il Milan, impegnato stasera nel posticipo, è solo a un punto di distanza dagli azzurri.

Un Napoli razzo, al San Nicola, imposta subito le coordinate per restare in orbita. Il Bari, non sembra avere anticorpi per frenare undici affamati di vittorie: dopo lo 0-0 con la Fiorentina, gli azzurri si fanno notare grazie alla coppia delle meraviglie Cavani-Lavezzi. Prove tecniche di gol per El Pocho: dribbla Glik, poi Belmonte fa muro con il corpo. Il vantaggio del Napoli sembra inevitabile e dopo soli otto minuti da calcio di punizione: Cavani spara di collo e in area Lavezzi corregge in rete. Oltre duemila tifosi del Napoli esultano in Puglia.

L’impatto di Parisi sulla ripresa è devastante, mentre il Bari tenta l’operazione-rimonta, il difensore la combina davvero grossa: Entrata a mani tese sul volto di Maggio ed è cartellino rosso. Il Bari resta in 10, e le timide ambizioni di rimonta finiscono qui, anche se solo pochi minuti prima, la squadra di Ventura era venuta fuori dal letargo con una fiondata di Rudolf: brivido freddo per De Sanctis.

La coppia d’oro non perde tempo per farsi notare, e disegna sempre equazioni meravigliose: la prima volta con Cavani ed un Lavezzi che di tacco fa sognare; la seconda con Lavezzi e Cavani. Comunque la si giri, la coppia segue una sola regola: il goal

Dario Aloja

Nato a Napoli, nel 1982, nel quartiere "Arenella", a metà strada tra il centro storico e la moderna zona collinare, Dario Aloja vive, da subito, le forti contraddizioni di una città divisa tra le nostalgie di un passato di capitale europea e un presente di metropoli labirintica, che ingoia sogni e speranze delle nuove generazioni. Come tanti giovani del terzo millennio, Dario avverte l'abisso che divide l'odierno modello capitalistico, che mondializza i totem tecnologici di una società alienante e disumanizzante, e le ragioni del cuore, il bisogno di gridare al mondo le esperienze del proprio vissuto, le emozioni dell'incontro con "l'altra metà del cielo". E questo magma incandescente di pulsioni, stati d'animo, sentimenti, affiora in superficie, diventa sfogo lirico, si fa "Pelle Libera".