Stop ai codice verde per il 118 di Napoli: gli operatori lanciano l’allarme


Sette mezzi di soccorso rimangono fermi in garage per via delle proteste dei dipendenti dell’Asl Napoli 1 a seguito della decisione: stop ai «codice verde» per mancanza di mezzi.
L’allarme degli operatori del 118 napoletani prosegue: «A causa delle proteste dei dipendenti dell’Asl Napoli 1, oggi abbiamo a disposizione solo dieci ambulanze su 17». «Questo significaspiega il coordinatore di turno, Angelo Perniciaro – che oggi siamo costretti a non soccorrere i pazienti del cosiddetto “codice verde”, ciò quelli con patologie di scarsissimo valore». «Parliamo di un servizio, il nostro, che copre Napoli centro, vale a dire un’area vastissima sottolinea PerniciaroNon possiamo rischiare di non avere ambulanze nel caso si verifica qualcosa di molto grave. Quindi oggi i cittadini sappiano che potrebbero avere un rifiuto di intervento nel caso di banali patologie».

Già il 30 dicembre si verificò ciò che da tempo si temeva, il mancato rinnovo della convenzione per il servizio trasporto in ambulanza tra CRI e ASL Napoli 1. E’ facile immaginare come questa decisione si sia ripercossa sia sul terreno del diritto alla salute alla cittadinanza che del mantenimento dei livelli occupazionali presso il Comitato Provinciale.

Ricordiamo che dal 31 dicembre il servizio della Croce Rossa Italiana di Napoli cessava le sue funzioni a partire dalle ore 20.
Il numero delle postazioni di emergenza inoltre è stato ridotto da 33 a 12 con la perdita di ben 34 posti di lavoro.
Già il 5 novembre scorso, la Funzione Pubblica Cgil di Napoli aveva chiesto ai vertici della Croce Rossa Italiana risposte sul futuro del Comitato CRI partenopeo.
L’incontro con il Prefetto De Martino aveva portato nuove speranze che, però, sono state disattese dall’ente regionale.

Alle richieste di adeguamento dei costi della convenzione, l’Asl Napoli 1 non ha dato riscontro favorevole. FP C.G.I.L., C.I.S.L./FP, U.I.L.-P.A., FIALP-CISAL e U.S.B.-P.I. hanno siglato un documento congiunto nel quale si tutte le sigle sindacali hanno chiesto con somma urgenza la convocazione di un tavolo istituzionale «al fine di dirimere la vertenza CRI stanti i beni primari posti in gioco e tutelati dalla Carta Costituzionale».«Vittime dell’inefficienza afferma Francesco Pappalardo, della Cgil saranno i soliti: cittadini e lavoratori. In questo modo la Regione mette in discussione il diritto alla salute, perché la cessazione del trasporto infermi comporterà gravi disagi alla città di Napoli, lasciando i cittadini sprovvisti di un servizio posto a tutela di un bene assoluto quale quello della salute. Inoltre, la chiusura dei servizi di emergenza sanitaria pone seri problemi di ricaduta sui livelli occupazionali perché i 34 lavoratori sono subordinati alle convenzioni».
A rischio anche altri servizi, come la banca del sangue, il presidio sanitario allo stadio San Paolo e l’emergenza neonatale.

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