Napoli, non è solo violenza e munnezza, ma anche un patrimonio dell’umanità per la sua arte, la sua cultura e la creatività dei suoi figli.
il cardinale Crescenzio Sepe, in visita pastorale nella metropoli americana, ha dichiarato: “New York mi ricorda Napoli per la sua variegata realtà: come il capoluogo partenopeo, “la grande mela” è uno staordinario mosaico di popoli e di culture”. Il cardinale giunge a New York per spiegare che la nostra città non è solo violenza e spazzatura, ma anche un patrimonio inesauribile di fede e di solidarietà. “DireNapoli” è il filo conduttore del viaggio di Sepe, che vuol far conoscere le realtà positive presenti nella nostra città e il cardinale, mutuando una famosa frase di Giovanni Paolo II, dice: “Aprite le porte alla speranza”.
Nel suo terzo giorno statunitense il cardinale ha partecipato ad una tavola rotonda sui migranti ed ha avuto un proficuo scambio di idee con Giulio Terzi, ambasciatore italiano negli U.S.A. Sepe ha incontrato le comunità italiane di Queens e Brooklyn e, nella serata organizzata dalla New York University , incontrerà anche John Turturro, il famoso regista ed attore di origine napoletana. Il cardinale è stato anche protagonista di un significativo incontro interreligioso con il rabbino Arthur Schneier nella sinagoga di Park Avenue. Venerdì Sepe, insieme al rabbino, parteciperà ad un dibattito sull’olocausto e all’incontro su “Napoli e New York: porti di dialogo”, che si terrà alla Scuola d’Italia “Guglielmo Marconi“.
Il cardinale incontrerà anche i circoli napoletani di New York, stanchi di leggere solo notizie negative sulla nostra città: Napoli non è solo violenza e spazzatura, ma anche culla di fede e di positività. Sepe rappresenta per tutti i napoletani il simbolo della volontà di riscatto della città la cui immagine viene troppo spesso mistificata dai mass media. Il cardinale, durante il suo viaggio dal 17 al 22 gennaio, dimostrerà agli italo-americani come Napoli sia travagliata da mille problemi, ma anche come sia animata da iniziative di solidarietà e da una forte voglia di riscatto.
Dopo l’incontro alla scuola “Marconi” Sepe tornerà a Napoli forte della stima e dell’amicizia dei tanti italo-americani che sono riusciti ad affermarsi a New York e che non hanno dimenticato le loro radici. I napoletani della “grande mela” soffrono nel sentir parlare male della loro città d’origine, ma, dopo l’incontro con Sepe, sperano che si possa dare una svolta positiva anche con il loro contributo.
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