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Categories: CronacaNews

Gli abitanti di Forcella: attenti alle vie coprifuoco

I residenti di  “Forcella” , per la sanguinosa faida tra lo storico clan Mazzarella e i cani sciolti, in guerra per il controllo del territorio, non possono piu’ vivere  la loro normale quotidianità. Il clan Mazzarella tenta di ostacolare la presenza dei “cani sciolti”  che, in sella a potenti moto, girano per il quartiere pronti a far fuoco sui rivali.

Dopo  l’omicidio di Annalisa Durante, la quattordicenne colpita erroneamente da un sicario, nel 2004, la gente di Forcella, con un passaparola, ha delineato un percorso alternativo con vie di fuga per evitare l’incontro con i criminali. Il coprifuoco scatta intorno alle ore diciotto e i negozi anticipano la chiusura alle sedici  perché si rischia di dover pagare due volte il pizzo.

Da via Vicaria Vecchia a via Forcella fino a piazza Calenda bisogna camminare rasente ai muri, per sfuggire ai cecchini, come nelle aree di guerra. Le sparatorie tra i contendenti sono all’ordine del giorno e i criminali non si curano di nessuno, nè della massaie che tornano a casa con le buste della spesa, nè dei ragazzini che si fermano tra i vicoli a chiacchierare con gli amici.In apparenza solo la strada che si apre lungo i  ” Tribunali” dovrebbe essere piu’ sicura, ma in questi ultimi tempi la si deve percorrere velocemente perchè, dai vicoli, potrebbero sbucare, armi in pugno, “i signori della guerra” di Forcella e far fuoco all’impazzata.

Paura e rabbia: questi sono i sentimenti forti stampati sul volto della gente onesta del quartiere. Dopo il tragico omicidio della Durante ci si aspettava un intervento energico delle istituzioni, ma,  dopo pochi giorni tutto è ritornato come prima. Il Bronx del cuore antico di Napoli  ha ripreso il suo volto minaccioso e, sparite le divise, sono tornati alla luce del sole gli uomini del clan Mazzarella e dei loro rivali.

Dario Aloja

Nato a Napoli, nel 1982, nel quartiere "Arenella", a metà strada tra il centro storico e la moderna zona collinare, Dario Aloja vive, da subito, le forti contraddizioni di una città divisa tra le nostalgie di un passato di capitale europea e un presente di metropoli labirintica, che ingoia sogni e speranze delle nuove generazioni. Come tanti giovani del terzo millennio, Dario avverte l'abisso che divide l'odierno modello capitalistico, che mondializza i totem tecnologici di una società alienante e disumanizzante, e le ragioni del cuore, il bisogno di gridare al mondo le esperienze del proprio vissuto, le emozioni dell'incontro con "l'altra metà del cielo". E questo magma incandescente di pulsioni, stati d'animo, sentimenti, affiora in superficie, diventa sfogo lirico, si fa "Pelle Libera".

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