Stefano Federico, trentaduenne operatore turistico di Capri, è morto ieri mentre i vigilantes del Terminal di via Porta di Massa tentavano di impedirgli l’accesso alla zona doganale. Gli agenti di polizia intervenuti sul posto, dopo averne constatato il decesso, hanno provveduto a raccogliere le testimonianze degli uomini della security.
Gli addetti alla sicurezza scorgono Stefano verso le ore 16 mentre tenta di introdursi in una zona inibita al pubblico,precisamente, dove vengono effettuate le partenze per le navi Siciliane. Gli uomini cercano di allontanarlo, ma il giovane improvvisamente si accascia e muore. L’esame autoptico ordinato dal Pubblico Ministero servirà a chiarire posizione e responsabilità della security portuale.
Stefano,operatore turistico, parlava cinque lingue tra cui il giapponese e collaborava con i grandi alberghi di Napoli, in particolare il Vesuvio. La famiglia cerca di capire l’esatta dinamica dell’accaduto, non senza sgomento, per una morte così tragica ed inaspettata.
Un giallo avvolge la famiglia di stefano: i fratelli Marco ed Albino insieme con gli amici di sempre si interrogano sulle cause di una morte di un ragazzo che, non aveva mai palesato seri problemi di salute. Stefano era solito dedicarsi anche alle attività sportive, infatti, praticava il jogging. I suoi amici lo ricordano per il carattere estroverso e per il suo amore per il Giappone.
L’isola di Capri partecipa al dolore della famiglia Federico stimata e ben voluta da tutti per le attività svolte. Il padre, musicista popolare folk, fa parte di un complesso: “A’ meza de seje” , mentre i due fratelli, Marco ed Albino, entrambi istruttori di Aikido, iniziano i giovani isolani alla passione per le arti marziali.
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