Sergio Bruni (il cui vero nome era Guglielmo Chianese) nacque a Villaricca il 15 settembre 1921da Gennaro e Michela Percacciuolo, una povera famiglia.
Guglielmo deve abbandonare la scuola durante la terza elementare perché non ha i libri e ha perso una scarpa dell’unico vecchio paio che possedeva. Si decise in seguito di iscriverlo alla scuola di musica dalla quale sarebbero usciti i musicisti della banda di Villaricca.
Il bambino avrebbe voluto imparare a suonare la tromba perché gli avrebbe permesso di fare bella figura quando avrebbero suonato l’Aida e lui avrebbe intonato la marcia trionfale.
A diciassette anni si trasferisce con la famiglia al limitrofo Chiamano, ma Guglielmo, vuoi per stare vicino all’amico d’infanzia, vuoi per qualche fiamma dei primi corteggiamenti, tutte le sere era a Villaricca: cercava studenti che gli dessero ripetizioni in cambio di lezioni di canto.
Siamo nel 1943, durante la disfatta dell’otto settembre, si trovava in licenza, era in forza al Novantunesimo reggimento fanteria d’istanza a Torino.
A Napoli la popolazione insorgeva contro i nazisti e Guglielmo decise di formare un gruppo di una
decina di giovani come lui purtroppo in uno scontro a fuoco e lui fu ferito gravemente.
Quando fu dimesso dall’ospedale in cui si trovava lo convinsero a iscriversi e frequentare la scuola di canto del Maestro Gaetano Lama e del cantante Vittorio Parisi; ed è proprio Vittorio Parisi che qualche mese più tardi, il 14 maggio 1944, lo presentò ufficialmente al pubblico che affollava il Teatro Reale di Napoli. Ottenne un grande successo, però il giorno dopo l’impresario rifiutò di farlo cantare per non disturbare i suoi «artisti scritturati».
Fra i suoi successi ricordiamo: «Vocca ‘e rose» di Mallozzi – Rendine; «Surriento d’’e nnammurate» di Bonagura – Benedetto; «‘A rossa» e « ‘O rammariello» di L. Cioffi e G. Cioffi; «‘A luciana» e «Chitarrella chitarrè» di L. Cioffi e G. Cioffi; «Vienetenne a Postano» di Bonagura – De Angelis e «Piscaturella» di Pisano – Alfieri .
Dal 1960 al 1970 viene preso da una improvvisa passione per la pittura e, da autodidatta, come ha fatto con tutte le cose che ha voluto sapere, sia musica, sia storia o letteratura, prende i pennelli e diventa pittore, tiene anche alcune mostre a Napoli e a Roma.
Scrive un libro di ricordi autobiografici, arricchito di poesie in dialetto napoletano, lo intitola «Scontri e incontri».
«Un pensiero al giorno» è pubblicato l’anno successivo dalla Blado editore, un libro che testimonia il cammino percorso dal ragazzino semianalfabeta di Villaricca.
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