Napoli festeggia, nel secolare Duomo cittadino, un’ Epifania all’insegna dell’integrazione e della multietnicità.Tra il soave canto dei filippini, il messaggio d’ accoglienza capoverdiano e i balli dei nigeriani, il messaggio d’amore rivolto dal Crescenzio Sepe è emblematico :
“Il Messia nato a Betlemme è venuto ad abitare in mezzo a noi e al di là delle barriere linguistiche, socio economiche, etniche e politche, ci ha resi tutti fratelli, figli dello stesso padre”.
La prima lettura è stata in inglese, la seconda in “castigliano“, mentre il Vangelo è stato letto in lingua italiana. I nigeriani, ballando, hanno accompagnato la processione che precede il Vangelo. La comunità Srilankese, numerosa e ben radicata a Napoli, ha danzato con i tipici abiti bianchi e i braccialetti con le campanelle, mentre la bambine polacche, con i loro abiti tradizionali, fatti di colori vivaci e coroncine di fiori, hanno portato i doni all’altare.
Il Cardinale ha ricordato il cammino dei Magi che, seguendo la stella giungono a Betlemme per adorare Gesù Bambino e recargli in dono oro, incenso e mirra. Nell’omelia il Cardinale ha ricordato come ” Il figlio di Dio non è nei palazzi dei re, ma, ancora oggi nasce tra i poveri, i diseredati, gli emarginati”.
Al termine della Messa multietnica Sepe ha impartito la benedizione in lingua spagnola, polacca, cinese, nigeriana e filippina, ricordando ai presenti che l‘Epifania è una festa rivolta a “ tutte le Nazioni“.
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