Un gruppo di ricercatori della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli ha recentemente scoperto un nuovo meccanismo regolatore del cambiamento cromatico della seppia.Questo “cefalopode” ,da tempo studiato come il polpo e il calamaro, utilizza come sistema di comunicazione l’attivazione o la disattivazione di speciali cellule chiamate cromatofori. Queste cellule,infatti, possono essere indipendenti le une dalle altre o essere coordinate insieme, possono contenere numerosi pigmenti, ognuno dei quali è in grado di rispondere ad un diverso stimolo.
Risposte cromatiche importanti sono quelle riscontrate studiando le seppir. I loro cromatofori hanno ampie potenzialità per i colori che possono produrre. Ciascun cromatoforo consiste in un corpo rotondeggiante centrale circondato da una membrana elastica e contenente pigmento sparso.Ad eccezione dei molluschi cefalopodi e dei crostacei, tutti gli altri cromatofori sono molto simili tra loro. La loro morfologia è semplice perchè consiste in cellule ramificate contenenti pigmenti all’interno del citoplasma. I cromatofori, a seconda dello stimolo, si diffondono nelle varie ramificazioni del citoplasma o restano raccolti a formare una massa unica responsabile della mutazione cromatica dell’animale.
I recenti studi condotti alla Stazione Zoologica hanno dimostrato che è l’ossido nitrico (un gas) svolge un importante ruolo in questo processo. Gli esperimenti, condotti da Teresa Mattiello, Gabriella Fiore,Euan R.Brown , Marco d’Ischia sono stati coordinati dalla Dott.ssa Anna Palumbo. La scoperta, pubblicata sul Journal of Biological Chemistry”, apre nuove prospettive per la ricerca sul comportamento animale.Le mutazioni cromatiche delle seppie, costituiscono uno spettacolo suggestivo e aprono nuovi scenari sullo studio del loro sistema nervoso. Le tecniche innovative adoperate su questi animali possono costituire un modello di ricerca anche per l’uomo.