“Caro Gesù Bambino” iniziano così le lettere di molti bambini sotto Natale ed è così che s’intitola la mostra curata dalle dott.sse Albanese, Fatigati e Lettieri, nella galleria del Museo di Pulcinella fino al 6 gennaio.
L’evento inaugurato dal Vescovo Rinaldi, dal Sindaco Esposito e dalla dott.ssa Dini Ciacci Galli presidente regionale Unicef, ha come obiettivo quello di avvicinare, sopratutto i bambini all’immagine della natività e di Gesù, attraverso una letterina indirizzata proprio al nostro Salvatore, e non a Babbo Natale, al fine di recuperare l’identità natalizia e fermarsi a riflettere davanti alla nascita di un Uomo che ha cambiato il corso della storia dell’umanità.
Nel tragitto troviamo icone sacre di vari artisti tra cui D’Angelo, i presepi del maestro Cardiero, i pastori in ulivo palestinesi e mappe del territorio palestinese per inquadrare meglio l’aerea geografica in questione.
Il Museo di Pulcinella
è stato fondato dal Centro di Cultura “Acerra Nostra” nel 1992 ed allestito in un’ala del Castello di Acerra al piano terra ed al primo piano.
E’ un museo particolare: tra consunti aratri e vecchie suppellettili si è cercato di ricostruire non soltanto i materiali, ma soprattutto l’anima della cultura contadina di Terra di Lavoro, l’antica Liburia, da cui ebbe origine la stessa maschera di Pulcinella.
Accanto agli strumenti del lavoro agricolo troviamo anche la ricostruzione degli ambienti domestici in cui gran parte della vita si svolgeva: ad esempio in quella che era la cucina del castello viene documentato in che modo i nostri contadini fino a qualche anno fa procedevano alla cottura degli alimenti ed alla lavorazione del pane.
C’è da dire che all’epoca la casa era un vero e proprio santuario dove, accanto alla cura degli affetti familiari, tutta una serie di cerimoniali accompagnavano lo svolgersi della vita quotidiana.
Il servirsi del fuoco per cucinare o per riscaldarsi richiedeva l’affidamento al patronato numinoso di sant’Antonio Abate signore del focolare e protettore degli animali.
Possiamo dire che lo spazio interno alla casa diveniva un luogo dove prendevano forma, e talvolta corpo, figure fantastiche, ambivalenti, ora belle e buone, ora brutte e malefiche come: o munaciello, o mammone, Santu Babbulione, Santa Lena ed è in questo contesto che nacque
Pulcinella: la maschera non cittadina, la maschera del buffo e stolto campagnolo.
Al museo sono annessi un Archivio, una Biblioteca ed una Videoteca con una sezione di ricerca dedicata ad Alfonso Maria di Nola, dodici sale di esposizione, le cucine, il monumento a Pulcinella di Gennaro d’Angelo.
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