Don Antonio Maione, durante il corso di Storia della Filosofia del professore Giuseppe D’Alessandro, si rivolge ai giovani studenti dell’Orientale e a genitori che lottano quotidianamente per riuscire a dare ai propri figli linee guida forti e concrete che li aiutino a superare la freddezza e la cinicità d’una società “alientante”, robotica e disumanizzante.
Soffermandosi sulla difficoltà della “comunicazione” espone tematiche attuali facendosi portavoce dei drammi esistenziali di quanti, ancora oggi, si sentono impossibilitati a farsi comprendere, avendo paura di esprimersi liberamente durante la difficile e tortuosa scoperta della propria identità.
Il Professor Maione, durante l’intervento “Alienazione societaria e libertà possibile dell’uomo“, mostra, ai presenti increduli e divertiti, un frutto sudamericano chiamato ” la feijoa” spiegando che, come il frutto contiene il germe della sua fruttificazione già dalla nascita, così l’uomo conserva in sé, da sempre, il contenuto del suo essere che aspetta solo di espandersi e liberarsi. La soluzione è dentro di noi così vicina quanto difficile da raggiungere.
L’Uomo moderno è fortemente dilaniato e combattuto, troppo spesso vittima di un processo di inibizione e proibizione che lo allontana dalla felicità portandolo a vivere un profondo senso di vuoto e frustrazione.
Una volta presa coscienza del proprio valore interiore, della propria ricchezza umana, il passo piu’ difficile è il mostrarsi agli altri senza maschere, senza schemi fuorvianti. L’incomunicabilità dovuta al “nascondersi” dal mondo, pur vivendo “nel” mondo, conduce ad una precoce sfiducia negli altri. Il passo verso la “falsificazione” è breve, il senso di alienazione che oggi, senza alcun sostegno vive l’intera società odierna, chiede a gran voce che le catene dell’obbedienza, erroneamente mostrate come predisposizione positiva dell’uomo, vengano finalmente spezzate. Ponendosi, nei confronti del mondo, con un atteggiamento d’apertura verso quanti ancora vivono in una situazione di stallo, si è portati ad accettare la confusione e la diversità come elementi positivi verso l’apparente utopica impresa della comunicazione.
Il dibattito di Don Antonio ha lasciato spazio ai dubbi dei presenti in sala che hanno posto domande significative, ad ognuna delle quali ha risposto con spessore e profondità . Particolare la risposta di Maione alla domanda: “Come facciamo a capire qual è la nostra vera ricchezza?” la risposta, pronta ed esaustiva : “Bisogna liberarsi da tutte le infrastrutture che la vita impone per monopolizzarci.E’ necessario fare un passo indietro e tornare a sapere come eravamo prima ancora che i condizionamenti ci influenzassero. Siamo talmente condizionati da sentirci alienati”.
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