“O’ Munaciello ”
Un personaggio senz’altro molto tipico e molto conosciuto del folklore napoletano è ‘’o Munaciello”, una figura esoterica amata e temuta.
Secondo una versione della leggenda del monaciello, i fatti risalgono al 1629 quando un facoltoso cittadino napoletano, il Carmignano, costruì un nuovo acquedotto riutilizzando i canali di tufo scavati nel IV sec. a.C. poiché il vecchio acquedotto e le innumerevoli cisterne pluviali non bastavano più per l’estesa città.
I pozzari, ossia gli addetti alla costruzione dell’acquedotto, dovendo difendersi dall’umidità che impregnava l’aria del sottosuolo napoletano, indossavano lunghi mantelli scuri e un elmetto sulla testa.
Ogniqualvolta avevano bisogno di risalire in superficie, si tiravano su con delle corde da dei pozzi preesistenti, che sboccavano nelle strade cittadine. Talvolta però erano essi stessi a scavare in alto per risalire o per aprire dei nuovi pozzi nei cortili delle case, poteva capitare che trovandosi nelle case dei cittadini napoletani ne approfittavano per fare uno spuntino o per sottrarre qualche oggetto di valore. Le persone che notavano queste sparizioni decisero di appostarsi e stare ad osservare quanto accadeva; vedendo questi uomini avvolti in un lungo mantello, con quell’elmetto che poteva tanto sembrare la chierica di un francescano, cominciarono ad accusare di quei furti i “monacielli”.
Fu così che il monaciello venne ad identificarsi nella fantasia popolare come un ometto piccolo, dal tipico aspetto di un frate, che entra nelle case altrui e fa dispetti e furti a suo piacere. C’è naturalmente chi giura d’averlo visto. Dato che poi durante la seconda guerra mondiale i cunicoli della città sotterranea furono utilizzati come rifugio antiatomico, e la storia si è ripetuta.
Secondo altre testimonianze invece il “monaciello” si presenterebbe sotto forma di vecchio-bambino vestito col saio dei trovatelli accolti nei conventi. Secondo quest’altra leggenda il monaco è scalzo, scheletrico, lascia delle monete sul luogo della sua apparizione come se volesse ripagare le persone, in genere fanciulle procaci e allegre, dello spavento provato.
Secondo invece altre voci ‘’o Munaciello” era il soprannome dato a un trovatello, molto malato, effettivamente vissuto in un imprecisato periodo tra il primo e il secondo Rinascimento, morto in giovane età, e noto per la sua dolce vivacità nonostante una debilitante malattia, a sua volta non ben definita.
Gli occultisti affermano che si tratta di una presenza demoniaca camuffata da frate per ingannare la vittima che tenterebbe ogni volta, con piccoli e grandi doni, di “comprarsi” un’anima e che il popolo lo arricchisca di volta in volta di caratteristiche bonarie per non accettare che si tratti in realtà di uno spirito non proprio buono.
Come abbiamo visto nella prima teoria una spiegazione logica esiste a fondamento di questa leggenda, tuttavia forse priva un po’ di fascino la credenza popolare; in ogni caso molte persone affermano di averlo visto ed altre ne attendono la visita con un po’ di timore e un po’ di speranza.