Ue, Londra crede in accordo per la Brexit: non cede sulla pesca

Continuano le contrattazioni tra Ue e Regno Unito sulla Brexit. Londra non sembra essere disposta a cedere sulla pesca.

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Non si fermano le contrattazioni tra le due parti (Getty Images)

L’Ue ed il Regno Unito continuano a studiare un accordo per la Brexit, con il ministro degli esteri Dominic Raab pronto a studiare una trattativa che convinca entrambe le parti. Le due parti infatti vorrebbero mettersi d’accordo su sulle relazioni commerciali post-Brexit, ma tale questione rimane un “oggetto del contendere” nei negoziati. Secondo Raab però al momento si è all’ultima fase di questi negoziati sostanziali.

Al momento manca poco più di un mese al termine del periodo di transizione, con il ministro Raab che ha fatto intendere che ben presto verrà raggiunto un accordo. Il nodo da sciogliere però resta la pesca, infatti per Raab l’Ue deve capire che bisogna accettare la questione per un motivo di principio. In merito il ministro degli esteri ha dichiarato: “Se a Bruxelles mostrano pragmatismo, buona volontà e la buona fede che hanno caratterizzato l’ultima parte dei negoziati, e certamente noi abbiamo mostrato flessibilità, penso che si possa fare un accordo“.

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Ue, si lavora alla Brexit: resta la distanza sulla pesca

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Boris Johnson, Primo Ministro della Gran Bretagna (Getty Images)

Al momento, però, il nodo più difficile da sciogliere tra le due parti resta la pesca. Infatti nell’Unione Europea i pescherecci di ogni Paese hanno accesso pieno alle acque degli altri salvo le 12 miglia marine prossime alla costa. Inoltre nei paesi della comunità la pesca è stabilita da quote di ogni specie che variano ogni dicembre. L’obiettivo del Regno Unito è di discutere ogni anno con l’Ue le quote riservate ai pescherecci degli Stati della comunità entro 200 miglia marine di zona economica esclusiva.

Al momento però le parti restano distanti visto che l’Ue vorrebbe mantenere lo status quo a causa dell’impatto durissimo che le flotte del vecchio continente subirebbero se non avessero più libero accesso alle acque britanniche. Infatti ad oggi, il 60% del pesce catturato in acque britanniche viene raccolto da pescherecci stranieri.

In merito ha parlato anche il Primo Ministro del Regno Unito, Boris Johnson. Infatti il primo ministro britannico sostiene che la posizione del Regno sulla pesca non sia cambiata e che l’obiettivo è far capire all’Ue che per la Gran Bretagna è necessario avere libero accesso alle proprie acque. Le parole del premier britannico, infatti, sono arrivate dopo una question time alla Camera dei Comuni.

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L.P.

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